Arssalendo spezzetta suoni e poi li ricompone a modo suo, nello stesso modo in cui ha trasformato il suo nome originale: Alessandro. Il nuovo ep “Ma tu ci tieni a me?” parla di rapporti umani e amalgama la sua elettronica decostruita al pop.
Producer e artista romano Arssalendo, nome d’arte di Alessandro Catalano, è passato da talento da tenere sott’occhio con il suo album di debutto “Litania” (2020) ad artista consolidato grazie al suo secondo lavoro “Tutti ammassati senza affetto”, uscito lo scorso anno.
“Ma tu ci tieni a me?” (GRAZIE1000) è il titolo del nuovo ep, quattro tracce che fotografano l’anno appena trascorso di Arssalendo, con quel centrifugato di suoni pazzi a cui ci ha abituati, tra hyper pop, avant pop e contaminazioni punk, ha trovato la sua dimensione in un genere che in Italia è ancora poco esplorato, riuscendo a farlo suo.
Ciao Arssalendo, come stai?
Bene, anzi in fibrillazione perché è appena uscito il nuovo ep.
Come ti senti cambiato musicalmente rispetto al tuo primo album “Tutti Ammassati Senza Affetto”?
Direi che “Ma tu ci tieni a me?” è il proseguimento di tutto quanto successo dall’album ad oggi che ho acquisito un minimo di fama, o di conoscenza diciamo così, da parte del pubblico. C’è stato un tour, delle interviste e l’ep parla di questo, delle relazioni umane che ho vissuto nell’ultimo anno.
Sono principalmente conoscenze effimere perché il fan ti conosce tramite la musica, ma non sa chi sei personalmente.
Mi sento più cosciente della mia strada, perché l’ultimo anno è stata la conferma che quello che voglio fare dai tempi di “Tutti ammassati senza affetto” non piace solo a me. Il responso ottenuto mi ha dato la consapevolezza di spingermi oltre, di osare di più, non che prima non l’avessi fatto ma ora mi sento più sicuro.
Se l’album aveva un concetto di fondo molto buio, il nuovo ep è formato da tracce a sé che però si legano bene insieme, creando un filo unico. Ci sono molte più chitarre, c’è anche una ballad, ma tutto è sempre fatto a modo mio. La follia non è cambiata.
Hai 23 anni e fai una musica eclettica e destrutturata, parlami del tuo background musicale:
Ho cominciato a suonare la chitarra a 14 anni ma già nei locali, sono cresciuto ascoltando i Sonic Youth, gli Slow Dive e lo shoegaze, moltissimo i Placebo, sono stato dentro la scena emo punk noise. Poi ho avuto una sorta di rigetto alle chitarre e al punk e ho cominciato ad ascoltare elettronica, soprattutto ambient e noise.
A 18 anni circa ho iniziato il progetto Arssalendo che lentamente è diventato sempre più definito, è cominciato da un discorso più deconstructed club, quindi sempre elettronica senza voce che ha visto la luce in “Litania” il mio primo album.
Poi per “Tutti ammassati senza affetto” ho sentito l’esigenza di prendere una direzione più pop e quel lirismo italiano indie come quello de I Cani o dei Fine Before You Came e l’emo italiano. Da qui è nato il tentativo di fondere tutto quello che mi piace insieme e nel mio modo.
Sostanzialmente cerco di riprendere le canzoni suonate trovando il modo di farle mie, smontandole e ricostruendole con il computer.
“Ma tu ci tieni a me?”, a chi è rivolta questa domanda?
A tutte le persone che ho incontrato quest’anno. Tieni alla mia musica, ti piace il mio progetto ma tieni ad Arssalendo e non tieni ad Alessandro, perché non sai chi sono veramente e io stesso non voglio aprirmi per forza con gli sconosciuti.
In me c’è questa dicotomia per cui sono molto chiuso con le persone in generale, mentre con le quattro che formano la mia “chosen family” ho legato ancor di più. E’ una domanda retorica che faccio anche a me stesso.
Sei un ragazzo solitario?
Sì, cerco molto di star da solo perché la solitudine e il viaggiare da solo mi danno una botta in faccia maggiore, sei meno protetto da solo.
C’è un momento della giornata che prediligi per creare la tua musica?
Appena mi sveglio, e sono piuttosto mattutino, o quando sono molto stanco e fuori è buio.
Descrivi un tuo live:
Come approccio sonoro si avvicina molto ad un dj set e a quell’idea di mixare due tracce assieme per creare un flusso che non si stoppi alla fine di ogni brano. In realtà è un procedimento abbastanza maniacale: scelgo dei suoni di un brano e li decostruisco di nuovo, fino a che non perde il senso originale e ne acquista uno nuovo, che ti accompagna da un brano all’altro. Quindi a volte le parti cantate vengono spostate, o le batterie non arrivano quando dovrebbero.
L’ultimo album di cui ti sei innamorato:
Ho scoperto di recente “Details” dei Frou Frou con Imogen Heap alla voce e mi ha letteralmente ucciso.
Arssalendo “Ma tu ci tieni a me?” Tour 2023
17/02 – Fanfulla5a – Roma
04/03 – Musici per Caso – Piacenza
11/03 – Spazio211 – Torino
16/03 – Freakout Club – Bologna
17/03 – District272 Milano x @funclab.records – Milano
28/04 – Giardini Luzzati – Genova